Palazzi e portali di Davoli rappresentano quanto di meglio e d’artistico il paese sia riuscito a preservare e tramandare fino ai nostri giorni in relazione all’architettura civile. Attualmente, nel Centro Storico sono stati censiti 29 portali. I portali di Davoli sono in larga parte risalenti al periodo XVII-XIX secolo. Molti presentano delle mensolette decorative che riportano la data di costruzione e ne testimoniano l’età. I portali di Davoli tradiscono una paternità serrese: stile e motivi decorativi sono sostanzialmente simili a quelli espressi dalla scuola di Serra San Bruno anche in altre zone e paesi del comprensorio jonico catanzarese. Di portali simili a quelli di Davoli (in alcuni casi quasi identici) si ha traccia nei paesi vicini e a Serra in particolare, famosa in passato proprio per i suoi valenti scalpellini. E’ probabile, però, che gli esperti scultori incaricati di modellare la pietra si facessero aiutare da maestranze locali per la prima fase di lavoro, quella della sgrossatura dei conci e della riduzione in blocchi più o meno regolari e squadrati, fasi di lavoro per le quali non necessitavano competenze artistiche, ma solo abilità manuale. A Davoli e nei paesi vicini abbondavano i cosidetti “spaccapietre”, cioè maestranze incaricate di spaccare i grandi blocchi di pietra per ridurli in conci più piccoli che poi dovevano essere scolpiti dalle abili mani e dalla fantasia degli scalpellini. Gli spaccapietre non erano scalpellini, ma tutti gli scalpellini prima di essere considerati tali, dovevano dimostrarsi ottimi e capaci spaccapietre.
I portali, “Testimoni silenziosi” raccontano , ai loro stessi proprietari e a quanti non si erano accorti della loro presenza e del loro valore a storico e artistico, storie di lavoro, di eventi, di parabole familiari, di secolari attività artigianali… raccontano la Storia!
“Come uno scrigno conserva i suoi tesori e li protegge e li nasconde al fato, così ogni paese è custode del suo passato; nelle memorie, nell’aria, nelle storie, tra vicoli antichi e gloriosi palazzi, sui visi della gente e sulle labbra, ove leggi la fatica e li sollazzi, in ogni dove respiri l’anima del luogo ‘e suoi preziosi di cui ogni sito s’ammanta e pur si nutre ne’ suoi bei giorni silenziosi.”
Fonte: “I portali di Davoli tra storia e cultura” di Felice Iezzi
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